Come nasce un prodotto di design: la mia (prima) volta con Italamp

Come disegnare un prodotto per un’azienda? Quali sono i passaggi da cui iniziare un progetto? C’è una scaletta da seguire quando si disegna un prodotto per un committente? Partendo da queste semplici domande, che almeno una volta nella vita tutti i progettisti si sono posti, voglio raccontarvi come nasce un prodotto di design e illustrarvi il mio iter creativo. Questo non è un metodo definitivo, è semplicemente il mio approccio alla progettazione di un prodotto. Nessun trucco segreto o ricetta magica, è solo il valore della mia esperienza.

iter creativo nel processo di creazione di un prodotto di design

Le fasi della genesi di un prodotto

Per illustrare le fasi di un progetto, voglio raccontare della mia prima volta con Italamp, l’azienda di illuminazione e lampade di design made in Italy. È un caso esemplare perché tutto è nato da una conversazione su Instagram. Quindi si può considerare un approccio reale e contemporaneo a un’azienda, avendo così manifestato il reciproco interesse a lavorare insieme.

Quando si disegna un prodotto, occorre raccogliere una serie di ispirazioni a supporto della creazione di idee. Non mi riferisco a progetti di altri, anche se è comunque plausibile farlo, ma ad una serie di elementi (figure, materiali, forme, colori) che possono innescare la fioritura di concetti da concretizzare in schizzi e disegni.

Ciò che mi piace fare è trasferire lo spirito del nostro tempo in un prodotto. Ci sarà sempre bisogno di nuovi prodotti così come c’è sempre bisogno di un nuovo libro, una nuova canzone, una nuova scultura o un nuovo dipinto. Progettare significa avere a che fare con le emozioni, che sono un po’ le proteine della nostra esistenza. 

L’iter creativo dunque prende avvio con ricerche, ispirazioni e iniziale sviluppo del mood che il prodotto dovrà sfoggiare nelle sue istanze finali. L’utilizzo di moodboard può incentivare la creazione e lo sviluppo ordinato delle idee. Non è una regola fissa, è bene ribadirlo, ma secondo la mia esperienza le moodboard consentono ai nostri interlocutori – i committenti dell’azienda, in questo caso – di proiettarsi all’interno della nostra sfera creativa, comprendendo il concept, l’atmosfera cognitiva che il prodotto vuole maturare e una prima forma di concettualizzazione del progetto. Pensate soprattutto alle lampade e a quanti concetti possono scaturire anche solo immaginando le ombre e i giochi di luce che un oggetto di illuminazione può generare.

Camilla Bellini design sketching Italamp

Sviluppo del concept e scelta del naming 

La creazione del prodotto a questo punto fa tappa sul concept, con l’obiettivo di concretizzarlo e renderlo sempre più tangibile nelle sue forme, nei materiali e nei colori da utilizzare. Durante la fase dello sviluppo del concept, il designer inizia a soffermarsi su aspetti più tecnici, iniziando a strizzare l’occhio a processi innovativi, nuove tecnologie di produzione, materiali alternativi e/o sofisticati, soluzioni progettuali che possono rendere unica la value proposition di un prodotto. Gioie e dolori di queste dinamiche cruciali della progettazione vengono accentuate da un momento topico nella genesi di un prodotto. Mi riferisco naturalmente alla scelta del naming di un oggetto di design. Suggerisco sempre di non attendere la conclusione della prototipazione per “chiamare” un prodotto. Parte del design è anche dare un nome agli oggetti, per caricarli di senso e di vita. Ecco perché, a mio avviso, perlomeno un bouquet di scelte per il naming deve essere messo nero su bianco già nella fase di sviluppo del concept. Quando si sceglie il nome di un prodotto bisogna tenere in considerazione una quantità smisurata di fattori, tra cui: a chi è destinato il prodotto (mercato, personas, posizionamento, tipologie di utilizzo finale), l’azienda e la sua storia, gli approcci progettuali, l’esistenza della medesima parola o l’eccessiva somiglianza con un’altra. 

L’iter creativo si volge al prodotto: la prototipazione

A questo punto occhi, mente e cuore sono rivolti al prodotto. La fase progettuale cede il posto alla fase esecutiva, gli elaborati diventano materia e si comincia a lavorare sui dettagli. La prototipazione è una dinamica complessa che mette in moto anche le maestranze dell’azienda e coinvolge la creatività tanto quanto l’esecuzione e gli aspetti tecnici. Un gioco di forze che deve essere bilanciato per assecondare la creatività del designer, per tenere alto lo standard qualitativo dell’azienda e far sbocciare la produzione da un punto di vista tecnico. La realizzazione di un oggetto di design è un processo complesso, che necessita di tappe obbligate, tra cui i confronti con gli sviluppatori delle eventuali parti ingegneristiche e la messa a punto dei macchinari produttivi. Non tutti i prototipi vengono col buco, cioè riescono tutti al primo tentativo. Anzi, è sempre un gioco di ottimizzazioni, continue lezioni che dobbiamo apprendere il più velocemente possibile. Il design deve rispettare sia i vincoli tecnici (dimensioni, materiali, resistenza e durabilità, sicurezza) che gli aspetti estetici, psicologici e culturali dei fruitori finali a cui il prodotto è rivolto. Il prototipo sarà preso a modello per la creazione (nel senso di produzione) del prodotto vero e proprio.

prototipazione di un prodotto di design

La mia prima volta con Italamp

Galeotta fu Venezia. Da una story su Instagram quando mi trovavo nella città della Laguna è nato un legame forte, di visione del design, prima ancora che di vicendevole affinità. 

Come sta nascendo il mio prodotto per Italamp, dunque. Iniziamo con il dire che si tratterà, ovviamente, di una lampada e che, facendo fede alla storia e al know-how di Italamp, nel processo produttivo sarà sicuramente previsto l’impiego del cristallo o magari di una delle nuove tipologie vetrose. Sto disseminando dei piccoli spoiler su Facebook e su Instagram così da farvi vedere tutti i ragionamenti e le riflessioni che sto facendo in merito alle giuste ispirazioni a cui rivolgermi per disegnare il prodotto.

…come regalare una stella a un astronauta 

Il primo concetto che balza alla mente quando si pensa a Italamp è sicuramente l’eleganza, dettata non solo dalla scelta delle linee ma anche dalla preziosità dei materiali e dalle fini lavorazioni. E sarà proprio dall’eleganza che mi farò guidare, step dopo step, per dare sostanza alle mie idee. Durante i nostri primi incontri, tenuti rigorosamente in videocall, Italamp mi ha messo al corrente di alcune dinamiche di sviluppo dei progetti, aprendomi le loro porte sulle lavorazioni dei materiali e sulle skill del team tecnico al loro interno. Successivamente ho ricevuto la “scatola delle meraviglie”, ovvero una serie di campionature di vetri e cristalli, diversi per dimensione, colori, tagli, intarsi e lucentezza, e di materiali per le rifiniture. è stato un po’ come regalare una stella a un astronauta.

sample box di Italamp

Da lì in poi ho iniziato a lavorare sul mood. Successivamente sarà il momento di delineare il concept del prodotto. La fase della prototipazione è ancora lontana, in fondo io e Italamp stiamo muovendo i primi passi insieme, ma credo davvero che sarà un’ulteriore occasione per comprendere il valore del made in Italy e l’alto profilo ingegneristico che un’azienda come Italamp può vantare. Ho dato il LA alla creatività, ora sotto con la selezione delle idee migliori e lo sviluppo del progetto che credo possa mettere a compimento l’intenzione dell’azienda, le aspettative che si stanno creando e il mio spirito progettuale. Un processo creativo in divenire che potete seguire sui miei social (Facebook e Instagram) e sui canali digitali di Italamp.

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